EDITORIALE
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CO-COSTRUIRE LE POLITICHE PUBBLICHE PER L'ECONOMIA SOCIALE E SOLIDALE
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Margie Mendell [*] Questo numero di Universitas Forum contiene le versioni abbreviate di contributi e studi di caso in diversi paesi preparati in occasione del Forum Internazionale sull'economia sociale e solidale (FIESS), che si è tenuto a Montreal (Canada) nell'Ottobre 2011. Ho avuto il piacere di coordinare il Comitato di Ricerca del FIESS e di predisporre le indicazioni per guidare la realizzazione di questi elaborati, in collaborazione con ricercatori accademici e professionisti nel campo dell'economia sociale di diversi paesi del Nord e del Sud del mondo. Il Forum è stato di grande successo e la partecipazione ha superato ogni attesa. Oltre 1600 partecipanti da 63 diversi paesi si sono trovati per condividere, nel corso di diverse giornate, conoscenze ed esperienze in tema di economia sociale e solidale. Oltre ai diversi seminari, ai forum organizzati dai movimenti sociali e alle sessioni plenarie, è stato dedicato molto spazio e tempo alle riunioni informali che hanno permesso di approfondire la comprensione delle iniziative, di costruire relazioni, di cogliere opportunità di dialogo con i rappresentanti dei governi e le istituzioni di diversi paesi, permettendo inoltre ai partecipanti di sentirsi parte di un movimento internazionale di economia sociale e solidale in continua crescita. Il FIESS aveva, come punto centrale le politiche pubbliche nello specifico, il tema della loro co-costruzione: dove sta avendo luogo questo fenomeno? In che paesi e in quali settori? Quali sono i processi di co-costruzione nei diversi contesti nazionali? Queste e altre sono state le questioni sollevate, e l'impatto di tali dibattiti è stato ancora maggiore della mera, seppur importante, condivisione d'informazioni. Come speravamo, si è trattato di un'opportunità per fare pressione sui governi che non erano presenti, ma anche sui presenti, affinch intraprendano nuovi metodi di definizione e attuazione delle politiche. In Quebec, il risultato è stato evidente e il nostro governo ora diffonde con orgoglio, a livello internazionale, il suo messaggio di collaborazione e supporto all'economia sociale. Questo non significa che non ci sia ancora molto lavoro da fare, al contrario. Il successo del FIESS è stato quello di accrescere la consapevolezza degli attori pubblici riguardo al ruolo che l'economia sociale e solidale può giocare nella creazione di ricchezza all'interno dei loro paesi e a livello globale. Il successo pi grande dal nostro punto di vista è stato, ovviamente, poter dimostrare come l'economia sociale e solidale stia mettendo in discussione il modello dominante attraverso il contrasto con le sue concrete esperienze. Un'economia dedicata alla giustizia sociale, a una maggiore equità e al rispetto per il pianeta richiede una riorganizzazione delle risorse economiche, se orientate da tali valori. L'economia sociale e solidale fornisce un modello per questa riorganizzazione. Nel contesto attuale, questo non ha bisogno di dimostrazioni. L'economia sociale e solidale, un tempo considerata buona solo per i poveri e gli emarginati, o residuale e improduttiva, è oggi invece riconosciuta come un importante fattore nell'economia generale dei paesi del Nord e del Sud. Inoltre, si adatta alla pluralità e alla diversità dei contesti nazionali e sociali, che in molti casi includono gli scambi e la produzione fuori mercato, la cosiddetta economia popolare. La speranza e la direzione condivise sono quelle di costruire un'economia alternativa, basata sui valori che denunciano le catastrofiche condizioni sociali, economiche e politiche di troppi paesi, ulteriormente rafforzate dalle istituzioni mondiali che non affrontano in modo diretto queste condizioni intollerabili. Leggiamo la disperazione dei movimenti che hanno partecipato alla conferenza di Rio+20, dove sono stati espressi l'impegno al mantenimento dello status quo e l'importanza dei mercati e dei prezzi. Ulteriore mercificazione della natura, Rio+20 rappresenta un'opportunità mancata per unire i leader mondiali di tutte le sfere della società (governi, affari, attori e movimenti sociali) nella stesura di un programma per le future generazioni basato sulla consapevolezza comune che il business as usual non può pi continuare. I rischi di quest'approccio e i rischi di radicare disuguaglianze ancora maggiori sono documentati e ben noti, ma ancora non presenti nell'agenda politica, e ciò è notevole, considerato lo stato dell'economia mondiale e il suo urgente bisogno di riforme. L'economia sociale e solidale è cresciuta a livello internazionale, cos come la sua capacità di contestare il modello dominante. In alcuni paesi ha ottenuto lo status e la legittimazione che merita, in altri è riconosciuta per la sua capacità di andare incontro alle necessità che il mercato e lo Stato non soddisfano, e sempre pi come alternativa al cosiddetto business as usual. In molti paesi sono stati creati ministeri o amministrazioni specifiche per rappresentare l'economia sociale e solidale, in altri le legislazioni distinguono le imprese e le iniziative in campo di economia sociale dalle altre forme di mercato, principalmente private. In altri paesi ancora, l'economia sociale e solidale è inserita nella costituzione. Ci restano dunque speranza e preoccupazione ma esito nell'usare il termine disperazione. La speranza è che l'evoluzione e la crescita dell'economia sociale e solidale possano mettere in discussione il pensiero tradizionale, perch la sua presenza, le sue capacità e la sua legittimità politica renderebbero impossibile perseguire un'agenda distruttiva, piena di crisi e priva di soluzioni. Una pia illusione? Non penso. Nonostante Rio + 20 sia un'enorme delusione, la sempre maggiore opposizione a questo tipo di pensiero non può continuare a essere ignorata, che sia sottoforma dei movimenti globali Occupy o sottoforma di esempi concreti per un'alternativa economica. Ciò sta accadendo, e il FIESS ha fornito uno spazio critico e dinamico per costruire quest'alternativa, un'agora internazionale. Nel contesto di una crescita dei movimenti di opposizione, incontri come quello del FIESS dimostrano che l'opposizione e la costruzione di un'altra economia stanno avendo luogo insieme. I contributi L'obiettivo di questi documenti, scritti da esperti sui cinque temi proposti dal FIESS, è quello di fornire una panoramica sulle sfide e le problematiche sollevate da ciascuno di questi temi (sviluppo locale e territoriale, innovazione e imprenditorialità collettiva, finanza solidale, lavoro e impiego, sovranità e sicurezza alimentare) e sulle relazioni tra i governi e la società civile in molti paesi che costituiscono utili esempi di approcci collaborativi alla creazione delle politiche. Questi documenti testimoniano esperienze in diverse parti del mondo che hanno un significativo valore euristico, anche se non sono presentati come buone pratiche o come modelli da replicare. Situano la discussione in diversi contesti nazionali e introducono un pertinente dibattito teorico sul ruolo odierno dell'economia sociale e solidale. Mentre questa continua a evolversi, i presenti testi sono proposti come un work in progress. Il loro obiettivo era di stimolare il dibattito e la discussione tra i partecipanti del FIESS. Argomenti specifici di lavoro Sviluppo locale e territoriale Innovazione e imprenditorialità collettiva Finanza e commercio solidale Lavoro e impiego Sicurezza e sovranità alimentare Studi di caso nei paesi Accogliamo con piacere la possibilità di pubblicare versioni abbreviate di questi documenti su Universitas Forum, di ampliare il dialogo generato dal FIESS e di contribuire alla crescita d'iniziative sociali e solidali in tutto il mondo. |
Universitas Forum, Vol. 3, No. 2, June 2012
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